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domenica 28 febbraio 2016

Concezione della giustizia secondo Grozio

TESI

1.    Gli uomini hanno una natura animale, quindi ricercano il loro utile personale, ma anche una natura sociale che li spinge a vivere insieme hanno anche una natura razionale ovvero che tende alla ricerca e alla conoscenza da questa deriva il diritto.
2.  La ragione è inoltre la regola da cui deriva l'etica, ovvero come non lasciarsi trasportare dagli istinti, sul come comportarsi e anche l'ordinamento della società.
3.    Anche le leggi stesse derivano da questo “diritto naturale”   per cui, visto che gli uomini per natura sono tenuti a mantenere i patti, quest’ultimi , riunendosi in società, si impegnano a rispettare le regole


ARGOMENTAZIONE

La ragione non deve solo guidare i singoli, ma anche l’intera società; infatti essa  presiede sia alla giustizia commutativa, così come a quella distributiva


TESI CONCLUSIVA


La giustizia non deriva dall’utilità, ma l’utilità dalla giustizia; infatti coloro i quali si comportano in modo ingiusto condannano se stessi alla rovina per cui è da saggio e non da stolto seguire la giustizia anche nelle situazioni meno convenienti.


AREE SEMANTICHE

lunedì 22 febbraio 2016

Confronto tra i Sofisti e Bentham


Testo2: Il principio di utilità di Bentham

TESI
1. Il criterio di ogni cosa si fonda sul piacere

CONCLUSIONE: Ciò (azioni, ragione, misure di governo) che ha tendenza ad aumentare la felicità più che a diminuirla è conforme al principio di utilità.

2. Il principio di utilità valuta azioni e leggi
3. Le azioni utili sono anche giuste
CONCLUSIONE: Il principio di utilità è pericoloso perché pone come unico fine giusto la massima felicità (applicato ad un governo la massima felicità della società).


ARGOMENTAZIONE
  1. Il piacere è legato al giusto e all' ingiusto
  2. Il giusto e l'ingiusto costituiscono i criteri di giustizia 
Se la ragione e la legge sono valutate secondo il criterio di giustizia ( il quale corrisponde al principio di utilità), poiché il principio di utilità segue l'interesse (che aumenta la felicità di un individuo), esse tendono al raggiungimento della massima felicità.


TESI CONCLUSIVA
 Dal momento che il criterio di ogni cosa si fonda sul piacere, che è legato alla giustizia (che valuta quali azioni sono giuste e quali no), la cui valutazione coincide con l'utilità, esso si fonda sull' utilità, che punta alla felicità.

AREE SEMANTICHE
Cristina Massa

Testo1: I Sofisti

TESI

1. Natura indifferente alle leggi di Stato
Ciò che è giusto viene classificato in base alle leggi di natura (ovvero ciò che è conforme alle sue regole) e a quelle di Stato (ovvero ciò che è utile al singolo e, più ampiamente, alla società), che sono in contrasto tra loro.

CONCLUSIONE: Visto che le leggi di natura e di Stato sono in contrasto, ciò che dispiace non può giovare alla natura più di ciò che piace, e quindi il dolore non può essere più utile (=provocare piacere) del piacere.
La giustizia quindi non esiste, perché ci sono almeno due modi di intendere una cosa come "giusta" e l'uomo agisce per questo non in virtù della giustizia, ma del proprio giovamento.

2. "Giusto" è contraddittorio
Non si può compiere un' azione ritenuta giusta senza recare danno a se stessi o agli altri.

CONCLUSIONE: L' uomo agisce pensando al proprio tornaconto senza tenere in considerazione che la stessa azione "giusta" gli si ritorce contro.
Un' azione non è quindi "giusta" ma utile al soggetto che la compie.

3. Giusto=ingiusto
Ogni azione ritenuta giusta può anche risultare ingiusta a seconda dei punti di vista.

CONCLUSIONE: Non vi è distinzione tra "giusto" e "ingiusto".

CONCLUSIONI: La giustizia non esiste perché ogni azione ritenuta "giusta" può essere interpretata da due punti di vista contrastanti, quindi ogni uomo non agisce in funzione del valore di "giustizia" ma per utilità e convenienza personale, finalizzata al provare maggior piacere.

AREE SEMANTICHE